Occuparsi di Cina oggi, e non soltanto come architetti o urbanisti, significa molto spesso affrontare il processo di urbanizzazione senza precedenti attualmente in atto, per cui la percentuale di popolazione urbana è cresciuta dal 18% nel 1978 a oltre il 55% nel 2017, e dove ogni anno più di 16 milioni di residenti rurali si spostano nelle aree urbane.
Da questo dato di fatto si è sviluppata la conversazione “Racconti politecnici dalla Via della Seta. La Cina e il nuovo mondo urbano”, primo appuntamento a cura del Politecnico nel ciclo di seminari organizzati al MAO Museo d’Arte Orientale in occasione della mostra Dall’antica alla nuova Via della Seta.
I relatori Michele Bonino, Angelo Sampieri e Francesca Governa, che su questi temi hanno condotto ricerche sul campo e stanno tenendo in questi mesi un laboratorio progettuale in collaborazione con la Tsinghua University di Pechino, hanno affrontato il tema delle trasformazioni urbane nel Paese del Sol Levante.
La Nuova Via della Seta è il più recente tra i grandi progetti governativi che intende sostenere la centralità del Paese su scala globale; posizione che gli spettò più volte nel passato, ad esempio dal punto di vista mercantile, e che ora viene riaffermata con decisione e attraverso un ruolo fondamentale attribuito all’urbanizzazione.
Per posizionare la Cina al centro del nuovo mondo urbano, è stato messo a punto un processo finora mai visto. Un progetto visionario ma, allo stesso tempo, una realtà economica, politica e spaziale: la costruzione di un’enorme armatura infrastrutturale e urbana che sta radicalmente riconfigurando il territorio cinese. Il Piano Nazionale dell’Urbanizzazione 2014-2020 ha definito come obiettivo il raggiungimento del 60% di urbanizzazione entro il 2020, e la realizzazione di circa 400 new towns. La dimensione di un simile processo ha generato un boom edilizio senza precedenti.
Spinti dal fiorente mercato immobiliare e dai profitti derivanti dai diritti di costruzione, diversi livelli di governo hanno definito nuove zone di sviluppo, parchi scientifici e aree industriali, all’interno di piani ambiziosi per nuovi insediamenti, nuove città o new towns propriamente dette. Le new towns sono ovviamente pensate non solo per ospitare una popolazione urbana in espansione, ma anche per sostenere la crescita economica, in particolare per riequilibrare il divario storico fra le più sviluppate città della costa e città dell’interno.
In ogni caso, le new towns sono uno strumento strategico attraverso il quale i governi locali aumentano gli introiti locali, attraggono aziende e attività economiche e, più in generale, diffondono il “sogno urbano” cinese.
Un caso speciale, simbolico delle ambizioni della Nuova Via della Seta, è la città di nuova fondazione di Lanzhou, costruita direttamente dal Governo nella parte centro-nord della Cina come baricentro e snodo della nuova espansione verso Ovest. Lanzhou è stata oggetto di una visita recente da parte del Politecnico di Torino, prima università occidentale a svolgervi ricerca sul campo.