Il professor Zhang Li della Tsinghua University di Pechino è stato ospite del secondo appuntamento organizzato dall’Ateneo al MAO - Museo di Arte Orientale di Torino, con per il ciclo “Dall’antica alla nuova Via della Seta”, una serie di incontri organizzati nell’ambito della mostra “Dall’antica alla nuova Via della Seta” con la collaborazione di Politecnico di Torino, Il Mulino e ToChina.
La conferenza “Alternative Modernity: Silent departures that contemporany Chinese architectures takes” ha permesso al pubblico di comprendere la riflessione critica che la Cina ha avviato sulla propria crescita negli ultimi anni.
Nell’urbanizzazione cinese degli ultimi 30 anni si può infatti osservare un modello di modernità alternativa, che sospende il dominio delle megacittà, sposta l’attenzione nelle aree rurali, dove nascono le prime tracce della modernità cinese, e tenta di esplorare gli scenari della modernità che emergono nuovamente dalla campagna. Un modello che afferma, inoltre, come le aree rurali possano rappresentare effettivamente un nuovo campo di innovazioni tecnologiche e culturali.
Ovviamente, il dibattito secondo cui la modernità può far crescere sia il sistema rurale sia quello urbano è molto controverso. Questo aspetto è ancora più accentuato dalla recente tendenza degli architetti cinesi contemporanei a intervenire in villaggi rurali.
Il professsor Li ha descritto alcuni degli interventi più interessanti, come il piccolo laboratorio di canoe di bambù disegnato dallo studio TAO nella Cina meridionale, che riprende le tecniche di costruzione locali, o la serie di semplici edifici in bambù progettati dall’architetto Chen Haoru nel villaggio di Taiyang, che interpreta in modo convincente la tradizione cinese della simbiosi nelle fattorie tradizionali, oppure ancora l’ostello per i volontari disegnato dell’architetto Li Daode in un remoto villaggio di montagna nel Sichuan, che fa dialogare il vecchio e il nuovo attraverso l’uso di fibre tradizionali per le partizioni e di moderne piante modulari. Un altro esempio è il progetto di TeamMinus per il Jianamani Visitor Centre nel villaggio tibetano di Yushu. L’edificio presenta un cortile dalla forma quadrata con una serie di torri osservatorio da cui si possono ammirare i siti storici circostanti. Il Visitor Centre utilizza la pietra locale per la muratura, ricicla componenti in legno locale e riprende il sistema tradizionale di riscaldamento. La connessione visiva con la storia e la continuità materica rende l’edificio contemporaneo e allo stesso tempo vernacolare.