Il Padiglione cinese alla diciassettesima Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia 2021 è stato aperto al pubblico. Nell’impossibilità per il team curatoriale cinese di viaggiare a Venezia, la supervisione dell’allestimento e dei contenuti curati da Zhang Li - preside della Scuola di Architettura della Tsinghua University e Visiting Professor presso il Politecnico nel 2018 – è stata affidata a un gruppo di ricercatori e studenti del Politecnico, coordinati da Edoardo Bruno e Marta Mancini, del centro di ricerca China Room e del Dipartimento di Architettura e Design-DAD.
Grazie al rapporto di collaborazione con la Tsinghua University, il Politecnico è stato incaricato di supervisionare la realizzazione del padiglione, diventando interprete e site manager del progetto curatoriale. L’allestimento risponde al tema della diciassettesima edizione della Biennale Architettura, dal titolo “How Will We Live Together?” attraverso l’esplorazione dello “Yuan-er”: una tipologia architettonica radicata in Cina da più di 2000 anni e che rappresenta l’edificio a corte multifamiliare, inteso non solo nella sua fisicità ma anche nel senso di comunità stimolato dalle sue caratteristiche.
Parete curva all’interno del Padiglione Cina. L’allestimento è progettato in modo da guidare il visitatore attraverso un percorso esperienziale tra spazi raccolti e contenuti multimediali
Con il titolo "Yuan-er, a Courtyard-ology: From the Mega to the Micro", il padiglione invita a riflettere su come l'architettura possa contribuire alla coesione e alla socialità, guidando il visitatore attraverso un percorso esperienziale che termina nell’installazione nel Giardino delle Vergini, inteso come vero e proprio Yuan-er.
PAD street all’interno del Padiglione Cina. I dispositivi mostrano interviste a 100 architetti (cinesi o che lavorano in Cina, tra cui la stessa China Room PoliTo) e le loro interpretazioni progettuali dello “Yuan-er”.
Il team di ricercatori e studenti, italiani e cinesi, ha lavorato a stretto contatto con imprese sia locali che cinesi reinterpretando il progetto originale, offrendo competenze multidisciplinari tra l’architettura e l’informatica e garantendo una coerente realizzazione degli spazi espositivi, talvolta riadattati alle condizioni in loco. È stata l’occasione per creare un “ponte” tra l’Italia e la Cina, tra gli artigiani che hanno lavorato in entrambi i paesi per realizzarne le diverse componenti, tra la visione del curatore e la resa spaziale finale.
La cerimonia di inaugurazione è avvenuta online, con il team del Politecnico e il Delegato del Rettore alle Relazioni Internazionali con la Cina e i Paesi Asiatici Michele Bonino collegati da Venezia con la sede del Ministero della Cultura a Pechino, dove erano presenti il curatore, le autorità e molti dei quasi 100 architetti - cinesi o che lavorano in Cina, tra cui lo stesso centro di ricerca China Room PoliTO - invitati a esporre nel Padiglione loro interpretazioni progettuali dello “Yuan-er”.