Progettare un’infrastruttura, ma anche trovare la soluzione per mitigare i rischi naturali o antropici a cui è sottoposta una costruzione o un insediamento urbano, oppure proporsi come nuova realtà imprenditoriale al mondo di potenziali investitori: sono tutte competenze che un laureato del Politecnico di Torino deve possedere. Ma oggi la sola competenza tecnica, anche se di qualità riconosciuta a livello internazionale come quella fornita dal Politecnico di Torino, non è più sufficiente. Per la buona riuscita applicativa di un progetto è sempre più fondamentale la capacità di farlo accettare dalla popolazione e dagli stakeholder che devono decidere della sua attuazione: gli studenti del Politecnico vanno allora a scuola di dibattito pubblico, in un progetto proposto in collaborazione con l’Associazione Teatrosequenza alle classi di due corsi del Percorso per i Giovani Talenti (oggi rinominato Progetto Intraprendenti - Percorso per Ingegneri, Architetti, Pianificatori, Designer Innovativi), un progetto didattico altamente innovativo proposto dal Politecnico di Torino in parallelo al tradizionale corso di studi delle Lauree Triennali in Ingegneria, Architettura, Design e Pianificazione territoriale.
“La capacità di definire gli aspetti tecnologici e finanziari di fattibilità deve oggi essere sempre accompagnata a quella di valutare le ricadute di impatto sociale che un’opera o un’innovazione possono avere e, anche, alla capacità di darne conto in modo comprensibile alle comunità interessate, in quello che viene definito dibattito pubblico”, commenta il professor Sebastiano Foti, Vice Rettore per la Didattica. “Riteniamo, quindi, che sia assolutamente indispensabile dotare i nostri studenti anche di questa competenza, ma trattandosi di una competenza nuova, abbiamo cercato di immaginare anche una modalità nuova per insegnarla. Così, grazie al rapporto con Teatrosequenza, abbiamo organizzato questo percorso formativo attraverso l’improvvisazione teatrale”.
“L’essere in grado di reagire ad agenti esterni non prevedibili, l’appartenenza a un gruppo all’interno del quale ognuno trova una collocazione connaturata con le proprie peculiarità, il mantenimento dell’attenzione di un uditore sono abilità che vengono normalmente acquisite dopo anni di esperienza: con questo percorso speriamo di aver trasmesso delle competenze che possano accelerare lo sviluppo di queste capacità una volta entrati nel mondo del lavoro”, aggiunge la professoressa Giuliana Mattiazzo, Vice Rettrice per il Trasferimento Tecnologico.
I due percorsi teatrali sono stati proposti agli studenti dei corsi “Città Sicure: rischi naturali e antropici”, coordinato proprio dal professor Foti, e “Innovazione sostenibile: valorizzare il capitale umano”, tenuto dalla professoressa Mattiazzo. I primi, dopo 5 lezioni sui rischi naturali (rischio sismico e idraulico) e antropici (rischio industriale) hanno frequentato 5 lezioni con la scuola di improvvisazione teatrale, lavorando sulle abilità di public speaking, soprattutto nell’ottica di riuscire a sostenere le loro tesi su un tema non preassegnato.
Gli studenti di “Innovazione sostenibile” si sono focalizzati, invece, sulle basi dell’imprenditorialità, sottolineando come il dibattito pubblico sia uno strumento essenziale soprattutto quando è necessario convincere dei potenziali investitori.
Oggi i due percorsi teatrali si sono conclusi con una lezione collettiva finale, in cui gli studenti si sono “esibiti” in un’improvvisazione teatrale: i primi hanno dovuto argomentare su una tematica di rischio assegnata all’ultimo minuto, mentre i secondi si sono cimentati con la presentazione di una loro idea imprenditoriale, su cui hanno lavorato in piccoli gruppi, affrontando qualche imprevisto durante la presentazione.
Per il futuro, l’intenzione è di offrire un’opportunità formativa analoga a classi più estese di studenti, sempre nell’ambito di approfondire le cosiddette soft skills, elementi sempre più importanti per la formazione dei tecnici del futuro.