A valle delle attività di consulenza per le indagini sulle cause e la dinamica della valanga di Rigopiano avvenuta il 18 gennaio 2017, condotte dalla professoressa Barbara Frigo e dal professor Bernardino Chiaia del Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, i risultati delle ricerche sono stati pubblicati nelle principali riviste del settore.
In particolare l'articolo "Seismic signature of the deadly snow avalanche of January 18, 2017, at Rigopiano (Italy)", scritto in collaborazione con l'Institute for Snow and Avalanche Research SLF di Davos e con l'Istituto di Geofisica e Vulcanologia INGV di Roma, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Scientific Reports, settima al mondo per importanza, che ha registrato nel 2019 più di 350.000 citazioni.
Racconta la professoressa Frigo: "Il lavoro descrive l'interpretazione dei segnali sismici registrati dalle stazioni abruzzesi dell'INGV in occasione dell'impatto della valanga sull'Hotel Rigopiano del gennaio 2017 che causò 29 vittime. L'analisi permette di identificare l'istante preciso del distacco della valanga e dell'impatto contro la costruzione e di dedurre, tramite back-analysis e confronti con i dati rilevati in sito durante le indagini, preziose informazioni sull'enorme energia generata dall'evento e quindi sulla potenza distruttiva della valanga. In quei giorni, peraltro, vi era una notevole attività sismica naturale nel territorio del Gran Sasso, con significative scosse registrate dai sismografi ancora nella mattina del 18 gennaio. Gli effetti dell'attività sismica sui manti nevosi sono ancora tutti da studiare e, seppure nel caso specifico si possa escludere la diretta relazione con l'innesco della valanga, le vibrazioni sismiche possono giocare un duplice ruolo nella compattazione o nella frammentazione delle particelle nevose".
"La pubblicazione del lavoro sulla valanga di Rigopiano su Nature Scientific Reports rappresenta un importante riconoscimento per la qualità dell'attività di ricerca del gruppo neve e valanghe del Politecnico di Torino guidato dalla professoressa Frigo dichiara Bernardino Chiaia, coordinatore del Centro SISCON al cui interno il settore di Ingegneria della Neve rappresenta un unicum a livello nazionale -Come testimoniato dall'escalation di eventi meteorologici parossistici e dai conseguenti danni sulle costruzioni, l'interazione dei cambiamenti climatici con il patrimonio infrastrutturale negli ambienti alpini e appenninici rappresenta un'ulteriore sfida per l'ingegneria civile, richiedendo la sinergia tra competenze multidisciplinari ad ampio spettro. Attraverso questo approccio si può inoltre prospettare un potenziale uso della rete di stazioni sismiche dell'INGV (appositamente rinforzata nei territori montani) per il monitoraggio di valanghe in luoghi impervi e poco frequentati, utile per una più completa comprensione del fenomeno".