Cosa si intende per “student enterpreneurship”? E perché uno studente dovrebbe diventare imprenditore?
Sono questi i temi sui quali si è concentrata la “Netval winter school 2017”, che si è tenuta quest’anno a Bardonecchia, in Alta Val Susa; si tratta di un evento periodicamente organizzato dall’associazione Netval (Network per la Valorizzazione della Ricerca Universitaria), con il supporto quest’anno degli atenei piemontesi: Politecnico, Università degli Studi di Torino e Università del Piemonte Orientale.
Con un network che conta oltre 60 istituzioni accademiche, tra Università e Enti di Ricerca, l’associazione Netval, attiva dal 2002, si pone come intermediario fra il mondo della ricerca e dell’università e il mondo del lavoro e dell’imprenditoria, con un’attenzione particolare al tema dello sviluppo attraverso l’innovazione.
Le “school” organizzate si inseriscono all’interno di questa mission, rappresentando un momento di formazione e incontro fra docenti, studenti, imprenditori e finanziatori. Il tema della Winter School di quest’anno è stato la “student enterpreneurship” (o imprenditorialità studentesca). Gli acceleratori e gli incubatori di impresa sono testimoni della sostenuta crescita nella percentuale di giovani, spesso non ancora laureati, che “inventano” e progettano idee destinate a divenire business innovativi. Puntare sugli innovatori più giovani con potenziale creativo che possa essere sfruttato anche nel mercato economico sembra dover diventare una delle prerogative delle istituzioni accademiche più attente e consapevoli, all’estero, ma sempre più anche in Italia.
A Bardonecchia si è quindi discusso delle modalità attraverso le quali l’università può stimolare e sostenere il bagaglio innovativo potenziale dei propri studenti, del modo in cui i soggetti della cosiddetta “Terza missione” possono impiegare e valorizzare queste eccellenze e, non ultime, di quali sono le ricadute a livello territoriale che queste azioni possono generare. Hanno portato il loro contributo al dibattito i Vicerettori per la ricerca scientifica e per il trasferimento tecnologico degli Atenei organizzatori Emilio Paolucci (Politecnico di Torino), Silvio Aime (Università di Torino) e Roberto Barbato (Università del Piemonte Orientale).