Ogni anno milioni di persone sono costrette a lasciare le loro abitazioni e più di un miliardo e mezzo vive in condizioni di grave disagio abitativo. La casa è un bene primario non a disposizione di tutti, e le previsioni per il futuro non tenderanno a migliorare: sono tanti infatti i fattori - tra cui il cambiamento climatico, la povertà, i conflitti, gli interessi economici e le politiche di sfruttamento - che influiscono sulla questione e concorreranno al deterioramento di una situazione già in crisi. Questo fenomeno è noto come disagio abitativo ed è il tema che verrà affrontato con un approccio innovativo dal progetto “Radical Housing: Cities and the global fight against housing precarity” vincitore di un ERC Starting Grant da 1 milione e mezzo di euro: è la prima volta che una ricerca nel settore scientifico della geografia politico-economica si aggiudica questo prestigioso finanziamento europeo e il dato ancora più particolare è che il professor Michele Lancione, che ha proposto il progetto, insegna in un’università tecnica come il Politecnico di Torino. L’Ateneo consolida così la sua autorevolezza internazionale in una disciplina come la geografia, oggetto di ricerca e insegnamento nel Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio, a conferma della strada intrapresa dal Politecnico nella direzione di una sempre maggiore contaminazione tra discipline tecniche e scienze umane e sociali.
Il progetto affronta la questione partendo da un punto di vista differente rispetto a quelli considerati solitamente, spostando la questione su scala globale. Il ‘problema casa’ non è un problema singolo e definito in se stesso ma si interseca con altre problematiche urbane che caratterizzano la società odierna: è tutto interconnesso e fattori come cambiamento climatico e sfruttamento economico hanno forte impatto sull’aumento del numero di chi si ritrova senza abitazione. Allo stesso tempo, anche i movimenti di attivisti per il disagio abitativo diventano sempre più numerosi: il progetto porrà le basi per la creazione di conoscenza condivisa e di un network di interscambio con queste realtà. Accanto a questo aspetto la ricerca si concentrerà su come le comunità affrontino il disagio abitativo e si organizzino per reagire a questo problema: analizzerà questo momento di passaggio e reazione partendo da casi di studio collocati in 8 megalopoli in America Latina, Africa, Sud-Est asiatico e Europa.
Si delineerà, grazie ai risultati che ne deriveranno, una situazione più chiara in merito alla problematica e si predisporranno anche metodologie di lavoro che sperimentino i confini di attivismo, partecipazione e lavoro accademico, contribuendo così a un dibattito globale su un tema sempre più trasversale.
“La questione di cosa significhi ‘abitare’ il nostro pianeta é una delle cruciali domande del nostro tempo. Migrazioni, cambiamento climatico, questioni di genere, razzismo e sfruttamento economico si intersecano con la questione ‘casa’ e, in tutto il mondo, molti movimenti di lotta partono da questa intersezione per affrontare ingiustizie e ineguaglianze che non riguardano solo persone affette da disagio abitativo, ma tutti noi”, dichiara Michele Lancione.