Oggi i sistemi nanoelettronici sono diventati basilari in molti settori industriali che spaziano dai sistemi biomedicali ai trasporti, in particolare l'automotive, fino al loro utilizzo in oggetti comuni come i cellulari o sofisticati come i satelliti. Si tratta di una tecnologia che combina l’Internet of Things e i Cyber-Physical Systems: i circuiti elettronici integrati sono i propulsori della digitalizzazione che sta caratterizzando quasi tutti gli aspetti della quotidianità. E proprio su questo tema si è concentrato il progetto “Rescue - European Training Network” finanziato dalle azioni Marie-Sklodowska Curie: 15 percorsi di dottorato che si sviluppano grazie a programmi di interscambio all’interno del consorzio formato, insieme al Politecnico di Torino, da importanti partner come Tallinn University of Technology, Brandenburg Technical University, Delft University of Technology, IHP, Cadence Design Systems, IROC Technologies, Intrinsic-ID e Robert Bosch.
I 15 studenti stanno portando a termine il loro dottorato e, oltre a seguire percorsi di formazione su soft skill e perseguire periodi di permanenza presso i vari partner, hanno prodotto risultati scientifici che andassero a risolvere in modo integrato le tre criticità legate ai circuiti elettrici integrati più avanzati: la qualità del sistema a fine produzione in modo da rispettare gli standard di ciascun dominio applicativo; l’affidabilità durante l’utilizzo, tenendo conto del possibile insorgere di guasti nell’hardware, e la sicurezza del sistema in sé, che, essendo spesso collegato in rete, può subire attacchi informatici e manomissioni. Infatti l'impatto e le conseguenze di guasti sul campo, attacchi alla sicurezza o difetti hardware possono creare seri danni anche alle persone e stanno diventando molto difficili da evitare a causa dell’estrema complessità e miniaturizzazione dei circuiti elettronici odierni.
I due progetti sviluppati dai due dottorandi ospitati dal Politecnico si sono concentrati sull’affidabilità e sulla sicurezza dei sistemi nanoelettronici. Il primo ha lavorato allo sviluppo di tecniche per il rilevamento e la mitigazione degli effetti dei guasti nei circuiti che implementano le GPU (Graphics Processing Unit); normalmente utilizzate nelle schede grafiche dei computer, le GPU vengono oggi largamente usate anche negli autoveicoli ad esempio per il riconoscimento dei segnali stradali attraverso algoritmi di Intelligenza Artficiale. Il secondo invece si è focalizzato sull’ambito “security”: se il circuito elettronico viene realizzato da un ente terzo, la sua produzione viene dunque esternalizzata, e attraverso tecniche opportune sarà possibile verificare che sia coerente con il progetto iniziale.
“Il progetto RESCUE ci ha permesso non solo di acquisire due ottimi dottorandi e di lavorare con loro all’avanzamento delle nostre ricerche nel settore, ma ha irrobustito ulteriormente le nostre collaborazioni con alcuni enti di ricerca, pubblici e privati, che eccellono nel settore a livello internazionale” dichiara Matteo Sonza Reorda, docente del Dipartimento di Automatica e Informatica e referente per il Politecnico di Torino.