Due workshop al Politecnico di Torino per capire come nei progetti legati all'energia si debba tener conto delle scienze umane e sociali, rivolti ai coordinatori impegnati nell’innovazione attraverso progetti comunitari. I partecipanti ai due eventi hanno riconosciuto il valore aggiunto apportato dall’integrazione delle scienze sociali e delle discipline umanistiche nei progetti finanziati dall’UE riguardanti il settore dell’energia.
Nell’agenda energetica si tende a far prevalere i risultati sul fronte tecnologico a discapito delle considerazioni su importanti aspetti umani e sociali. Il progetto europeo SHAPE ENERGY tenta di modificare quest’atteggiamento promuovendo una maggiore integrazione delle scienze sociali e umanistiche nei progetti riguardanti energia e trasporti finanziati da Horizon 2020 e non solo.
Attraverso una serie di metodiche innovative per lo svolgimento di questi workshop denominati “sandpit”, tra cui storytelling e live-drawing, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di formulare idee concrete per aumentare gli impatti sulla società, discutere di metodi innovativi per la collaborazione interdisciplinare e trasversale nell’ambito di progetti riguardanti il settore dell’energia e dei trasporti, condividere le migliori prassi con un gruppo di esperti multidisciplinari provenienti da tutta Europa in un contesto stimolante in cui proporre idee per progetti futuri su temi energetici.
“È necessario guardare alle politiche energetiche dal punto di vista sociale, oltre che tecnico, ambientale ed economico. Per farlo, è importante instaurare un dialogo più serrato tra ricercatori STEM e ricercatori SSH per far crescere la conoscenza in questo campo, di natura prettamente interdisciplinare ” ha dichiarato il responsabile del progetto per il Politecnico di Torino, Professoressa Patrizia Lombardi.
Tra le questioni chiave che dovrebbero assolutamente essere integrate nei bandi Horizon 2020, emergono il dilemma tra risultati qualitativi e quantitativi, le differenze linguistiche che scaturiscono dai progetti interdisciplinari, l’efficienza energetica e il coinvolgimento degli utenti. In particolare quest’ultimo aspetto mette in luce quanto sia importante rivolgersi a un pubblico più vasto in modo da garantire che l’impatto sociale dei progetti nel campo energetico sia perfettamente chiaro.
I partecipanti hanno anche posto l’accento sull’importanza dell’accettazione sociale, dell’esperienza dell’utente e delle ricerche di mercato quali elementi critici per la riuscita dei progetti. La loro integrazione sin dalle fasi iniziali dei progetti aggiunge sì un ulteriore livello di complessità, ma permette anche di aumentarne l’efficacia
“Dobbiamo essere molto aperti ai diversi modelli di efficacia per dimostrare l’impatto che le scienze socio-economiche e le discipline umanistiche hanno sulle società” ha commentato il relatore del keynote speech Andrea Bonaccorsi, Università di Pisa, Senior Research Fellow presso la FBK-IRVAPP di Trento.
Ai due sandpit hanno partecipato più di 100 rappresentanti di istituzioni di 15 Paesi: Belgio, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Slovacchia, Spagna, Ungheria.