Questo è l'Archivio del Magazine Poliflash per gli anni 2016-2022.
Gli articoli della edizione corrente sono disponibili sul nuovo sito.
Ricerca e innovazione

J-TECH@POLITO al servizio del patrimonio archeologico nazionale

18 Giugno 2021

I laboratori J-TECH@POLITO hanno appena concluso l’esame di un reperto archeologico in oro risalente al IV sec. d. C., proveniente dagli scavi della città romana di Albintimilium (l’odierna Ventimiglia).

Si tratta di un monile appartenente alla tipologia dei pendenti-amuleto realizzato con intento apotropaico, ovvero per allontanare gli influssi magici maligni e per proteggere il suo possessore da malanni difficilmente curabili con la farmacopea dell’epoca.

Il prezioso oggetto è stato quindi esaminato per individuarne il contenuto in maniera non distruttiva. La tecnica usata, una Tomografia Assiale Computerizzata, ha infatti permesso di vedere l’interno del reperto senza doverlo aprire, evitando a quest’ultimo inutili stress. L’ipotesi era che il monile contenesse  una laminetta dello stesso materiale, o in argento, recante una formula magica in greco, come verificato a volte su altri esemplari.

Purtroppo la TAC sembra escludere questa presenza, ma l’indagine è stata fondamentale per ottenere nuovi dati, sia per quanto riguarda la tecnica di fabbricazione dell’amuleto, sia per quanto concerne la realizzazione di un modello in 3D, che verrà proiettato nel nuovo allestimento in Antiquarium, presso l’Area Archeologica di Nervia a Ventimiglia.

E’ attualmente allo studio la messa a punto di altre metodologie d’indagine non distruttive per comprendere la natura di un corpuscolo estraneo, non rilevabile tramite TAC, di cui si ode la presenza all’interno dell’amuleto scuotendolo leggermente: potrebbe trattarsi di materia organica, o di una sostanza minerale intenzionalmente inserita, come ad esempio lo zolfo, ma al momento il “mistero” rimane e continua ad appassionare i ricercatori del centro.

Tag