Secondo l’accezione proposta dalla Commissione Europea, il concetto di “Smart City” abbraccia tutti gli ambiti della vita dei cittadini, dall’economia, alla pianificazione, dal governo del territorio all’ ambiente di vita. Una rivoluzione socio-economica e culturale importante, che ha ricadute dirette sul modo in cui viviamo le nostre città e sulla loro stessa struttura, sul progetto di spazi urbani che devono ospitare un numero sempre crescente di persone.
In questo contesto, la gestione delle città non può prescindere dalle innovazioni tecnologiche, dalle interconnessioni sempre più strette che collegano persone e strumenti tecnologicamente avanzati, sensori e basi di dati, con un riflesso ormai imprescindibile sulle decisioni assunte da politici e governanti, ma anche sui comportamenti e sugli stili di vita di ciascuno di noi, cittadini delle cosiddette “città intelligenti”.
Proprio in un’ottica di confronto su queste tematiche tra amministrazione, università e mondo della ricerca è stato organizzato a Moncalieri, nelle sale del Collegio Carlo Alberto, il seminario “Smart City. Ricerca ed innovazione per la Città di Torino”, nel corso del quale ricercatori e docenti di Università e Politecnico di Torino si sono confrontati con l’Assessore all’Innovazione della Città di Torino Paola Pisano, che ha presentato il programma Smart City dell’amministrazione torinese: “La Città si propone di passare da progetti pilota a una soluzione strutturata in grado di venire incontro ai reali bisogni dei cittadini, candidandosi a diventare il Comune pivot in Italia in fatto di rivoluzione digitale”, ha ricordato l’Assessore.
In questo settore, il Politecnico di Torino può vantare un ruolo di primo piano a livello nazionale e internazionale sui temi della città intelligente, sia nella formazione di nuovi professionisti capaci di gestire la complessità delle smart cities, sia nell’innovazione multidisciplinare richiesta dalla stretta connessione tra i cittadini e le nuove tecnologie in vari ambiti. Nel corso del seminario sono stati presentati diversi progetti rappresentativi di quelli a cui il Politecnico partecipa a livello locale, nazionale e internazionale. Per avere un quadro complessivo della portata della tematica Smart Cities nella ricerca dell’Ateneo, basti pensare che il Politecnico coordina sette progetti finanziati dal MIUR sul bando “Smart Cities and Communities and Social Innovation”, per un totale di 4 milioni e 200 mila euro di finanziamento; i progetti si concentrano su tematiche che vanno dall’invecchiamento attivo, alla tutela dei beni culturali e al monitoraggio degli edifici, alla logistica applicata al cosiddetto “ultimo miglio” del trasporto delle merci, ma anche alla salute, fino alle tecnologie inclusive e allo smart computing. Inoltre, la ricerca collegata al tema delle smart cities si inserisce in modo diretto negli obiettivi europei del programma Horizon 2020, nel quale il Politecnico al momento coordina tre progetti europei per un totale di 2 milioni e 700 mila euro, che affrontano i temi del monitoraggio dell’efficienza energetica degli edifici, della riduzione dei consumi energetici e dei cosiddetti “contatori intelligenti”, in grado di offrire servizi innovativi ai consumatori.
I progetti presentati ieri nel corso del seminario dalla professoressa Patrizia Lombardi, Direttore del Dipartimento Interateneo di Scienze, progetto e politiche del Territorio – DIST spaziano in tutte queste tematiche: dalle Smart Grid, alla Mobility, Lighting, Buildings, Safety & Security, Planning e Governance. Sicuramente l’energia è uno degli ambiti nei quali l’Ateneo concentra diversi progetti smart, come ad esempio il progetto FLEXMETER, che si propone di rendere i cittadini consumatori più consapevoli nel campo della distribuzione e contabilizzazione dell’energia elettrica, oppure DIMMER, che utilizza due quartieri abitati nelle città di Torino e Manchester come dimostratori della piattaforma messa a punto per monitorare e ridurre i consumi energetici. Dimostratori sul territorio sono anche stati realizzati per il progetto DEMOSOFC (che mira a produrre energia dalla depurazione delle acque) e URBE (che studia i profili di consumo energetico dei cittadini).
Nell’area della mobilità, il Politecnico propone iniziative che vanno dalla guida autonoma (progetto AUTODRIVE) alla gestione delle auto elettriche (STEVE), fino a sistemi smart per l’interoperabilità tra mezzi di trasporto diversi (OPTICITIES). Un altro settore che si presta a soluzioni tecnologiche innovative è quello socio-culturale, inteso in senso ampio dalla tutela dei beni culturali (ResCult, che si propone di incrementare la resilienza dei beni culturali) fino all’uso delle reti sociali per analizzare fenomeni sociali come il terrorismo internazionale, proponendo una campagna di awareness sugli stessi canali con il progetto SAFFRON.
Più in generale, anche al di là dei progetti coordinati e inseriti in bandi espressamente finalizzati alla realizzazione di smart cities, si può dire che la ricerca del Politecnico di Torino è sempre più multidisciplinare e attenta alla soluzione delle “Societal Challenges” proposte dall’Unione Europea, affrontando il tema della transizione verso un modello di sviluppo più sostenibile con soluzioni tecnologicamente avanzate a livello locale, che si tratti ad esempio di approvvigionamento energetico o di soluzioni per contrastare il cambiamento climatico, di migliorare i trasporti e la mobilità, ma anche di introdurre interconnessioni che semplificano la vita (ad esempio con sensori wireless per raccogliere dati su varie situazioni, dall’inquinamento ai consumi elettrici) e, in senso lato, di applicare le tecnologie ICT e IoT alle nostre città e alla nostra vita quotidiana.