L’edilizia è un settore vitale per le politiche ambientali ed energetiche europee, dal momento che gli edifici sono responsabili del 40% del consumo totale di energia dell'UE e del 36% delle relative emissioni di gas serra in atmosfera. Per questo motivo, da molti anni si pongono in atto politiche di intervento che vanno nel senso della mitigazione e dell’adattamento climatico in ambito edilizio.
Il Politecnico è impegnato in questa materia con la sua partecipazione al progetto europeo ARV - parola norvegese che significa “eredità” – il cui obiettivo è esplorare la possibilità di generare Comunità Circolari Climatiche e Positive (Climate Positive Circular Communities - CPCC) che si basano sull'interazione e l'integrazione tra gli edifici, gli utenti e i sistemi locali di energia, mobilità e ICT, includendo anche gli aspetti socio-ambientali e ponendo in evidenza come elemento fondamentale la circolarità dei processi.
Il Politecnico è uno dei partner italiani - insieme a Eurac Research, Università di Trento, Itea Spa, Patrimonio del Trentino Spa, Habitech e Dolomiti Energia – e partecipa con un team di ricerca multidisciplinare, composto da Marco Barla, Alessandra Insana e Federica Voci per il Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica-DISEG e da Daniela Bosia, Guido Callegari, Giuseppe Roccasalva, Lorenzo Savio e Paolo Simeone per il Dipartimento di Architettura e Design-DAD, oltre a Guglielmo Ricciardi, dottorando del corso DASP-Architettura. Storia e Progetto.
Integrazione, Circolarità, Semplicità: queste sono le parole chiave di ARV, progetto recentemente finanziato all’interno del programma europeo Horizon 2020 a supporto del Green Deal europeo.
Coordinato dalla Norwegian University of Science and Technology (NTNU), ARV ha ottenuto il massimo del punteggio nella fase di selezione risultando fra i tre progetti finanziati su 115 proposte sottomesse. Al progetto partecipano sei nazioni: Norvegia (coordinatrice), Danimarca, Olanda, Repubblica Ceca, Spagna e Italia, ognuna delle quali lavora su un progetto dimostrativo di comunità climatica. Per l’Italia, il caso studio è l’area di Piedicastello in Destra Adige a Trento, uno dei più antichi rioni della città.
Il contributo dell’Ateneo sarà principalmente legato al caso pilota della città di Trento, dove le azioni riguarderanno la realizzazione di un edificio multipiano in legno tramite processi off site, interventi di rifunzionalizzazione del patrimonio edilizio esistente con involucri edilizi BiPV e la produzione di energia pulita tramite geostrutture energetiche nelle gallerie esistenti - ora dismesse e parte della Fondazione museo storico del Trentino - e nei sistemi di fondazione degli edifici.