Dai telefoni alla carte di credito usate per gli acquisti, alla televisione, alle memorie dei nostri computer, fino alle infrastrutture intelligenti delle città o ai sensori montati sugli edifici, sui mezzi di trasporto pubblici e privati e a moltissimi altri oggetti che utilizziamo ogni giorno, sono fonti di dati di vario genere (immagini, testi, video, numeri, sequenze, post sui social network, ecc.) che può essere interessante analizzare per ricavare modelli e ottenere previsioni sulle tendenze e sugli avvenimenti futuri, oltre che per valutare l’efficacia di azioni che abbiamo messo in campo. Si parla però di Big Data quando si ha un set di dati talmente grande da richiedere strumenti non convenzionali per gestire, processare ed estrarre informazioni entro un tempo ragionevole; in particolare, il volume di dati a cui si fa riferimento attualmente per parlare di Big Data è dell'ordine dei petabyte, ovvero un milione di gigabyte (per avere un’idea, basti pensare che un PC comunemente utilizzato nelle nostre case normalmente processa pochi gigabyte di dati). Per processarli, quindi si richiede una potenza di calcolo parallelo con strumenti dedicati eseguiti su decine, centinaia o anche migliaia di server.
Il Politecnico si è dotato di un laboratorio interdipartimentale dedicato all’analisi dei Big Data, BigData@PoliTo, che vede il coinvolgimento dei Dipartimenti di Elettronica e Telecomunicazioni – DET, Automatica e Informatica – DAIUN, Ingegneria Gestionale e della Produzione – DIGEP e di Scienze Matematiche - DISMA. Il Laboratorio ha permesso la creazione di un centro di calcolo aperto, flessibile, basato su soluzioni open source e rivolto non solo ai ricercatori e docenti del Politecnico per i loro progetti, ma che si apre ora anche al mondo aziendale, sempre più interessato allo studio dei Big Data per finalità differenti, che vanno dal marketing, alla definizione di algoritmi innovativi, da applicazioni al mondo del Web, alla progettazione di sistemi completi e che verranno presentate nel corso del workshop. Il Politecnico si candida così a diventare un centro di riferimento italiano, ma anche europeo, su queste tematiche, considerato che oggi il centro internazionale di riferimento si trova negli Stati Uniti, all’Università di Berkeley (California).