Un progetto unico nel suo genere che unisce architettura, tecnologia ed arte contemporanea per raggiungere, grazie all’interazione di più linguaggi, una più profonda sensibilizzazione al tema del risparmio energetico.
È l’obiettivo che si propone HOME - l’acronimo del progetto di ricerca "Human Observation Meta Environment", nato dalla collaborazione fra il Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio (DIST), del PoliTo Green Team e di UniTo Green Office e HER - Human Ecosystems Relazioni.
Il primo step è stato la realizzazione di uno Smart Agent, che verrà presto introdotto in due aule del Politecnico e dell’Università: per 5 mesi, attraverso delle reti di sensori, il dispositivo monitorerà lo spazio e i comportamenti dei suoi abitanti all’interno di esso, con particolare riferimento al consumo energetico.
Lo scorso 3 novembre queste stesse tecnologie hanno dato vita, al Castello del Valentino, a una installazione interattiva: "Del Caldo e del Freddo. Un poema generativo nella smart home” che rappresenta la prima opera d’arte immersiva in tempo reale, in cui l’edificio diventa un artista. Ed è proprio la Sala della Caccia del Castello che cattura, attraverso i sensori, passaggi, attraversamenti e storie delle persone, che ne canta le vicende, a partire appunto dal caldo e dal freddo.
Ne nasce un poema algoritmico generato in tempo reale da sensori digitali e corpi che generano testi e soundscape che mutano al variare della temperatura. L’installazione è inserita all’interno del Festival NESXT, spazio di ricerca e sperimentazione della settimana ContemporaryART Torino Piemonte.
Ma come è possibile creare dinamiche relazionali tra persone ed ambienti per migliorare i comportamenti energetici? Come muta la relazione degli abitanti con il proprio edificio, quando l'edificio è in grado di relazionarsi con loro usando interazioni “naturali”?
Ecco quindi l’ultima tappa di questo percorso, che si propone di indagare questi nuovi scenari a partire dal progetto HOME: i partecipanti alla tavola rotonda del 3 novembre, moderati dal Professor Simone Arcagni dell’Università degli Studi di Palermo, hanno cercato di darne un’interpretazione dal punto di vista della ricerca, dell’arte e delle istituzioni.