“You can not hope to build a better world without improving the individuals”. In questa affermazione di Marie Skłodowska Curie è concentrato lo spirito del programma europeo di mobilità e valorizzazione dei ricercatori intitolato proprio alla grande scienziata franco-polacca, che festeggia oggi i 20 anni dall’istituzione.
Sono quasi 100.000 i ricercatori che hanno beneficiato delle Azioni Marie Curie dei Programmi Quadro Europei per la Ricerca e l’Innovazione: tra questi, cinque premi Nobel e un premio Oscar. Il programma finanzia la realizzazione di progetti di ricerca ad alto contenuto innovativo e di eccellenza in qualsiasi settore scientifico attraverso la mobilità internazionale e intersettoriale dei ricercatori, mettendo a disposizione nel Programma Quadro Horizon 2020 (2014-2020) 6.16 miliardi di euro.
Una grande opportunità anche per i ricercatori del Politecnico di Torino: a partire dal VII Programma Quadro sino ad oggi sono circa 200 i ricercatori coinvolti in progetti Marie Curie dell’Ateneo. Nell’ambito di Horizon 2020, dei 97 progetti del Politecnico approvati, 21 sono Azioni Marie Curie con un contributo di 7 milioni di euro. L’Ateneo svolge una costante azione di incentivazione e supporto alla partecipazione al programma Marie Curie e ha previsto una serie di iniziative volte a promuovere la qualità della ricerca, le potenzialità dei singoli ricercatori e il rafforzamento di una comunità scientifica internazionale, nel quadro delle azioni previste dal piano strategico Orizzonte 2020.
I ricercatori e docenti dell’Ateneo che hanno preso parte ad azioni finanziate dal programma Marie Curie hanno potuto vivere un’esperienza internazionale che si è rivelata preziosa per la propria carriera e il proseguimento dei lavori di ricerca. È il caso del professor Gian Paolo Cimellaro del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica (vincitore di due progetti ERC), che, nel corso della giornata organizzata dall’APRE che si è tenuta quest’oggi a Roma per celebrare i 20 anni del programma, ha presentato l’impatto che hanno avuto sulla sua carriera i due progetti Marie Curie che si è aggiudicato.
“Il primo progetto Marie Curie che ho vinto nel 2009 è stato fondamentale per avviare la mia carriera in modo indipendente e per rafforzare ed ampliare la mia rete di contatti all’estero. Si è trattato di una sorta di Starting grant del valore di 100 mila euro, con una durata di 4 anni, che mi ha permesso di avviare il mio gruppo di ricerca sui temi della resilienza, permettendomi di gettare le basi per il conseguimento dei grant successivi”, spiega Cimellaro, che prosegue: “Altrettanto interessante è stata la successiva Outgoing Fellowship di 24 mesi come visiting professor a Berkeley, sempre in ambito Marie Curie, che mi ha permesso di accrescere la mia visibilità a livello internazionale e di acquisire nuovi skills tecnico-scientifici, ma non solo”.
“Sono molto grato al programma MSCA della Commissione Europea, a cui devo sicuramente gli strumenti iniziali, ma anche quella dose di fiducia nella mia capacità di presentare progetti vincenti, che mi hanno permesso di sviluppare la mia carriera”, ricorda ancora Cimellaro, che conclude ricordando le politiche messe in campo dall’Ateneo per aiutare i ricercatori nella fase di progettazione: “Credo anche che il lavoro di supporto nella stesura delle proposte europee svolto dal Politecnico sia altrettanto importante per ottenere buoni risultati in un settore altamente competitivo come quello della progettazione europea”.
Sempre nel quadro delle celebrazioni per i 20 anni di questo programma europeo, il Politecnico propone per il 17 febbraio prossimo una puntata speciale della trasmissione della radio OndeQuadre “Wanted - I ricercati”, nella quale saranno ospiti alcuni dei Marie Curie fellows dell’Ateneo, per raccontare la loro esperienza e illustrare i benefici e le modalità per accedere a questa opportunità di forte impatto positivo sulla carriera di un ricercatore.