Si è chiusa con numeri e riscontri di pubblico e critica oltre ogni aspettativa la sesta edizione di Biennale Democrazia, la prima che ha visto partecipazione ufficiale del Politecnico: “La filosofia e le scienze umane non sono sufficienti a interpretare il mondo: sono necessarie anche la tecnologia e le discipline tecniche” aveva dichiarato il presidente di Biennale e Democrazia Gustavo Zagrebelsky, spiegando proprio in ateneo l’importanza di proporre nuove e inedite prospettive nel panorama dei 133 incontri in programma dal 27 al 31 marzo in città.
Un contributo importante quindi, che si è concretizzato in più direzioni: il Politecnico ha ospitato due eventi nell’aula magna di corso Duca degli Abruzzi 24 – “Tecnica e segreto tra antichi e moderni” di Luciano Canfora e “Capolavori. Allenare e competere guardando altrove” con Mauro Berruto, Maurizia Cacciatori e Jury Chechi; ha organizzato presso il Museo Lavazza il dialogo “Stelle. L’essenziale è invisibile agli occhi” tra Piero Boitani, Ersilia Vaudo Scarpetta e Luca De Biase; ha coinvolto i propri studenti sia come fruitori – riconoscendo crediti formativi - sia come protagonisti, con l’evento inaugurale al Teatro Regio aperto dal Coro PoliEtnico e la proiezione al Polo del 900 del cortometraggio “Inside”, realizzato dal team studentesco Ermione.
Anche gli eventi che hanno avuto come protagonisti il professor Gian Vincenzo Fracastoro “Tecnica e conoscenza. Una sfida per la democrazia” e Juan Carlos De Martin: “Scienza e Democrazia” con Jean-Claude Guedon e “L’anima delle cose” con Gustavo Zagrebelsky hanno fatto registrare un’altissima affluenza di pubblico.
Ed è già partito il percorso di avvicinamento ai temi che saranno al centro di Biennale Democrazia 2021: oltre a Biennale si fa in quattro, che ha portato i contenuti di Biennale Democrazia a Matera, Roma, Genova e Milano, si conferma la partnership con il Polo del ‘900, che tra ottobre e dicembre lavorerà alla realizzazione di eventi culturali dentro e fuori Torino.
“Come tecnologi – dichiara Juan Carlos De Martin, Delegato del Rettore per la Cultura e la Comunicazione, tracciando un bilancio di questa esperienza - abbiamo il dovere di contribuire a rispondere alle domande che si pone la società, relative ad esempio alle conseguenze delle innovazioni tecniche sull'economia, la mobilità, la salute, l’ambiente, per citare alcuni temi. La partecipazione del Politecnico a Biennale Democrazia va proprio in questa direzione”.