Numeri ridotti di alunni in ciascuna classe, alternanza di didattica in presenza e a distanza, potenziamento della teledidattica intesa come opportunità formativa. Sono alcune delle principali misure suggerite dal Rapporto “Scuole aperte, Società protetta” pubblicato questa mattina dal gruppo di lavoro coordinato dal Politecnico di Torino nell’ambito del progetto “Imprese aperte, lavoratori protetti”, che ha fornito le prime indicazioni per una ripresa di servizi e attività produttive nella Fase 2 e che si sta ora arricchendo di approfondimenti tematici sui diversi settori della società per i quali dovranno essere scritte nuove regole nei prossimi mesi. Il Rapporto è stato redatto con il contributo di Città di Torino, Città Metropolitana, Regione Piemonte, Ufficio Scolastico Regionale, Ordine degli Ingegneri e di numerose associazioni e istituzioni che operano nel settore dell’educazione e della scuola.
“La scuola e i servizi educativi per la prima infanzia sono altrettanto cruciali delle attività produttive per la ripresa del Paese e il sistema educativo risponde a problemi di conciliazione famiglia-lavoro per i genitori, ma soprattutto ai diritti costituzionali dei bambini e ragazzi a ricevere un’istruzione e ad avere accesso alle risorse per il pieno sviluppo delle proprie capacità”, commenta il Rettore Guido Saracco, che prosegue: “Esigenze e diritti che sono stati, forse inevitabilmente, compressi in queste settimane con conseguenze negative che hanno allargato le disuguaglianze sociali tra bambini”.
Il tema della riapertura delle scuole è, quindi, tanto complesso quanto importante da affrontare, anche per i numeri di soggetti che coinvolge: la scuola statale italiana conta oltre 8 milioni di studenti e 1,2 milioni di operatori, a cui si aggiungono i dati relativi alle scuole paritarie (circa 950.000 studenti e 200.000 docenti) e dei centri di formazione professionali (con un bacino di oltre 140.000 studenti e 20.000 formatori). A queste cifre si sommano quelle proprie di Nidi e Scuole dell’Infanzia.
Il Rapporto prende dunque in considerazione queste dimensioni, oltre ad affrontare sotto il profilo tecnico-scientifico la prevenzione e mitigazione del rischio di trasmissione del contagio da SARS-CoV-2 nell’ambito del sistema scolastico dell’obbligo ma anche nel sistema educativo per la fascia 0-6 anni, che ormai fa parte a pieno titolo del sistema istruzione anche a livello normativo.
I 23 estensori del documento partono dai principi del rapporto “Imprese aperte, lavoratori protetti” per approfondire il tema del rientro in aula. L’analisi prende avvio dalla definizione della possibilità di applicazione dei principi di distanziamento sociale, igiene personale e degli ambienti e utilizzo dei dispositivi di protezione nei contesti scolastici. Ne consegue una prima indicazione, quella della necessità di ridurre la numerosità delle classi, a partire dai nidi e fino ad arrivare alle scuole superiori. Anche i layout delle aule e degli spazi comuni dovranno cambiare, per garantire percorsi unidirezionali e il distanziamento necessario a limitare il contagio.
Punto fondamentale, la necessità di prevedere turnazioni nelle classi, a partire dalla scuola primaria, per assicurare numeri contenuti in aula, mentre un’altra parte di alunni segue le lezioni da casa, ma garantendo comunque a tutti i bambini e i ragazzi la possibilità di vivere anche l’esperienza della scuola in presenza. La letteratura internazionale è infatti unanime nel sottolineare l’importanza per tutti i bambini, ma soprattutto per i più svantaggiati economicamente e socialmente, o con qualche disabilità, di esperienze educative extra familiari precoci.
Anche nelle fasi 2 e 3 sarà comunque importante la didattica online, integrata con quella in presenza e garantita per tutti grazie ad investimenti in tablet e pc per tutti. Si propone nel Rapporto di potenziare anche la figura dell’animatore digitale, che può svolgere il ruolo fondamentale nel supporto tecnico a docenti e famiglie sull’uso di piattaforme e device.
Per tornare alla presenza in aula il Rapporto definisce come “necessaria la definizione di un Protocollo nazionale, analogo a quelli redatti per la ripartenza delle attività produttive, che dovrà trovare concretezza, declinazione specifica ed operatività nelle singole diverse realtà scolastiche, attraverso la stipula di “Protocolli di sicurezza anti-contagio” ad hoc per le istituzioni scolastiche e formative e per i servizi educativi”. Proprio in questa direzione, il gruppo di lavoro coordinato dal Politecnico è in contatto con la task force del Ministero dell’Istruzione coordinata da Patrizio Bianchi e nelle prossime settimane potrà contribuire alla definizione delle linee guida nazionali che si avvarrà dell’esperienza che verrà maturata con un piano di analisi di dettaglio di alcuni istituti scolastici, scuole dell’infanzia e asili nido selezionati dagli organismi competenti cittadini e regionali come beta-tester.