“Tiny Uppercase” è un progetto biennale di creazione contemporanea multidisciplinare tra danza, musica, e tecnologia, caratterizzato da un'intensa attività di ricerca e da cicli di residenze artistiche e tecniche confluite nel processo di produzione della performance. Per portarlo avanti è stato adottato un metodo di lavoro transdisciplinare basato sull'influenza reciproca e continua tra i vari campi di ricerca e sul meccanismo di connessione e integrazione tra i diversi saperi, in un processo di co-creazione che ha coinvolto artisti, professionisti dei differenti settori, docenti e studenti del Collegio ICM (Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione) e del Visionary Lab del Politecnico, insieme al laboratorio StutiumLab dell’Università di Torino che sperimentano in seno alla piattaforma piemontese Officine Sintetiche, e dell’Istituto Europeo di Design di Torino, per la produzione di Balletto Teatro di Torino (BTT).
A livello tecnologico si tratta di una sperimentazione che coinvolge gli ambiti dell'XR (extended reality), del cinema immersivo e della scrittura transmediale. Il progetto è coordinato da Vanessa Vozzo, docente presso il laboratorio di Interactive Media al Politecnico, che ha messo in campo a partire dal 2018, prima con alcuni ricercatori all'estero e poi all'interno di Officine Sintetiche, una piattaforma collaborativa che mette in rete il Politecnico e l'Università di Torino, con il coinvolgimento di studenti di entrambi gli atenei.
“Tiny Uppercase. Il nostro senso nascosto” offre la possibilità a quattro spettatori alla volta di attraversare spazi e situazioni tra realtà e virtualità grazie ad un’infrastruttura tecnica e di condivisione in rete sviluppata da Francesco Strada, ricercatore del Politecnico.
L’obiettivo del progetto è rivisitare, sfruttandone al massimo i punti di forza, le dinamiche e il concetto di tecnologia digitale per visualizzare la nostra percezione del corpo, dello spazio e del tempo. Siamo tutte e tutti consapevoli di possedere cinque sensi: il gusto, l’olfatto, la vista, l’udito e il tatto, ma si parla molto poco della propriocezione - il nostro sesto senso, la capacità di percepire e riconoscere la posizione e il movimento del proprio essere nello spazio. Nell’esperienza proposta dal BTT ciò che è tangibile e ciò che è virtuale si fondono per alimentare la consapevolezza viva della propria presenza nel qui e nell’ora, passando attraverso il cortocircuito-continuità tra ciò che vediamo e ciò che esperiamo – e dunque sentiamo - grazie al nostro corpo e ai nostri sensi.
Il progetto ha ricevuto il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “ART~WAVES. Per la creatività, dall’idea alla scena” che guarda al consolidamento dell’identità creativa dei territori attraverso il sostegno alla programmazione nel campo delle performing arts e alla produzione creativa contemporanea, unendo ricerca, produzione, offerta e distribuzione in una logica di ecosistema per rafforzare le vocazioni artistiche del territorio.