L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Torino ha avviato, insieme al Politecnico, uno studio sui comportamenti specifici da adottare nei luoghi di assistenza per evitare il diffondersi del contagio da SARS-CoV-2 alla ripresa delle attività sanitarie.
Il gruppo di lavoro formato da docenti e ricercatori del Politecnico e da medici dell’Ordine di Torino sta elaborando un documento, che sarà pronto nei prossimi giorni, contenente raccomandazioni per professionisti del settore sanitario, pazienti, accompagnatori e caregiver, con l’obiettivo di individuare le azioni che possono consentire l’erogazione dei servizi con il massimo della sicurezza possibile.
“Desideriamo ringraziare il Politecnico di Torino per la collaborazione avviata e per l’importanza del lavoro che stiamo svolgendo insieme - sottolinea il presidente Omceo Torino Guido Giustetto – L’obiettivo è fornire una serie di indicazioni a disposizione dei medici, degli operatori sanitari ma anche dei cittadini su come ridurre al massimo i rischi per chi lavora e per chi frequenta gli studi medici, le strutture territoriali e le Rsa”.
Nel documento in preparazione, viene calcolato attraverso modelli scientifici l’effettivo rischio di contagio negli ambienti, a seconda del tempo di permanenza e della conformazione strutturale: vengono effettuate simulazioni delle diverse situazioni di erogazione delle prestazioni sanitarie, attribuendo un fattore di rischio in base alla possibilità di affollamento, al tipo di servizio erogato e alla modalità di interazione tra i professionisti sanitari e i pazienti.
Le indicazioni si concentrano sui processi che avvengono negli studi dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e dei medici di continuità assistenziale, nelle residenze sanitarie assistenziali e nelle strutture del territorio. Ambiti fondamentali della tutela della salute ma che, a differenza degli ospedali, possono non disporre di figure professionali specifiche, in grado di pianificare gli interventi di contenimento del contagio all’interno delle strutture.
Uno dei problemi più urgenti a cui dare risposta è, ad esempio, la necessità di limitare i contatti fra i pazienti nelle sale d’attesa, attraverso il distanziamento, l’individuazione di percorsi di entrata e uscita delle persone, ma anche una gestione delle prenotazioni che tenga conto degli spazi a disposizione nei locali e nelle strutture. In qualche caso possono bastare anche piccoli accorgimenti, come preferire modalità di prenotazione a distanza - email e telefono - oppure ricordarsi di non utilizzare gli apriporta automatici, attraverso i quali non si è in grado di controllare il flusso dei pazienti.
Particolare attenzione sarà dedicata a come garantire la sicurezza di medici e operatori con l’utilizzo di dispositivi di protezione adeguati e con l’adozione di precise procedure per le visite, anche domiciliari. Un approfondimento è riservato alla frequenza con cui effettuare una corretta e puntuale igienizzazione degli ambienti, delle superfici e degli strumenti di lavoro, all’importanza di arieggiare i locali, filtrare e controllare i sistemi di ventilazione, con soluzioni di reale efficacia e sostenibilità economica.
Per quanto riguarda le Rsa sono poi fondamentali la riorganizzazione degli spazi e l’applicazione di ferrei protocolli per il rientro in struttura dopo ricovero ospedaliero, per l’ingresso di nuovi ospiti e per regolamentare l’accesso ai visitatori esterni e agli addetti ai servizi.