La gestione dei dati della ricerca è un tema che sta diventando sempre più importante nel panorama della produzione scientifica: la necessità, avallata sempre più da editori scientifici di primo piano, è infatti quella di scrivere articoli di ricerca non più solamente dal taglio “narrativo” ma di rendere disponibili, insieme all’elaborato, anche i dati su cui si è basata la pubblicazione. I dati passano quindi da un ruolo di background ad uno in primo piano: oltretutto, grazie alla loro raccolta in repository dedicate, saranno a disposizione del mondo accademico, informazioni che potranno essere citate correttamente, alzando sia la qualità della ricerca sia qualificando il lavoro del ricercatore che ha prodotto il dato. Scenari del tutto inediti, poi, si aprono quando questa grande quantità di dati viene elaborata grazie all’Intelligenza Artificiale, diventando quindi in modo automatico la base per nuove elaborazioni e calcoli.
Il Research Data Management, ovvero la modalità di gestione dei dati alla base di una ricerca e la loro successiva pubblicazione, diventa dunque uno dei pilastri fondanti dell’open science, punto qualificante del Piano Strategico di Ateneo “PoliTo4Impact”. Un tema, quello del Research Data Management, già affrontato grazie a un progetto pilota nel programma europeo Horizon 2020, e che diventerà centrale in Horizon Europe, il prossimo Programma Quadro per il periodo 2021-2027.
In quest’ottica l’Ateneo ha proposto ai propri ricercatori il primo Crash Course su Research Data Management, tenuto da Shalini Kurapati, Open Science Fellow dell’Ateneo con una significativa esperienza sul campo presso la Technical University di Delft: “Open Science non significa regalare i propri risultati di ricerca, ma gestirli responsabilmente con l'obiettivo di fare ricerche riproducibili. L’attenzione maggiore non è sulla condivisione o sull'apertura, ma sull'adesione ai principi FAIR per fare scienza nel modo giusto. La strada da percorrere è ancora lunga, ma è bello vedere l’interesse dei ricercatori orientati positivamente in questa direzione”. Il corso, rivolto a ricercatori e docenti, ha affrontato appunto i temi dei dati FAIR – Findable, Accessible, Interoperable, Reusable per i dati nella ricerca e del Data Management Plan, ovvero come creare e gestire la raccolta di questi ultimi. Il momento formativo è stato anche l’occasione per presentare lo strumento per la redazione del DMP, DMPonline.
“Questi momenti sono importanti sia per la formazione di una cultura politecnica sull’RDM sia per l’efficacia nel coinvolgere tutti gli stakeholders, ricercatori in primis, a riflettere e contribuire con il loro input alla messa a punto di una policy di Ateneo efficace e aderente alle peculiarità di una università tecnica come la nostra – dichiara Federica Cappelluti, docente dell’Ateneo e referente del rettore per la Scienza Aperta - Tra le prossime iniziative con massima priorità, c’è la sperimentazione di un corso specifico per i dottorandi”.
Hanno partecipato molti ricercatori provenienti da diversi Dipartimenti di Ingegneria e di Architettura, e sono intervenuti Enrico Venuto, Area Information Technology, Nicoletta Roz Gastaldi, Responsabile della Protezione dei Dati di Ateneo, e Shiva Loccisano, dell'Area Trasferimento Tecnologico e Relazioni con l'Industria.