Sono passati 13 anni da quando, nel novembre del 2008, in un’aula del liceo Darwin di Rivoli crollò il controsoffitto, travolgendo il giovane studente Vito Scafidi. Una tragedia che ha segnato una famiglia e l’intero sistema di istruzione piemontese, chiamato a riflettere sulla sicurezza degli edifici scolastici e di chi li vive ogni giorno.
Dal 2015 il 22 novembre si celebra la Giornata Nazionale per la sicurezza nelle scuole e quest’anno il lavoro del Politecnico di Torino è stato al centro dell’assemblea “Edilizia scolastica e sicurezza: uno sguardo al futuro”,ospitato dall’IIS Avogadro, durante la quale sono stati presentati i dati del corso di dottorato di ricerca in ingegneria civile e ambientale per la diffusione della cultura della sicurezza e la prevenzione dei rischi negli edifici scolastici, attivato dall’Ateneo per studiare possibili soluzioni di sistema e interventi di messa in sicurezza. Il corso di dottorato è frutto della collaborazione del Politecnico con il Ministero dell’Università e della Ricerca e la Fondazione Benvenuti in Italia – Fondo Vito Scafidi.
I dati messi in evidenza dall’ingegner Oscar Mancinelli, studente del corso di dottorato – il cui lavoro è stato coordinato dai professori Bernardino Chiaia e Alessandro Fantilli del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica-DISEG al Politecnico – mostrano come in Piemonte le scuole presentino una qualità dei materiali che varia molto a seconda dell’epoca di costruzione: gli edifici storici sono caratterizzati da materiali più solidi, mancanti però di aule adeguate alle attuali esigenze pedagogiche e conformi ai requisiti di superamento delle barriere architettoniche; la situazione si ribalta per le scuole costruite in epoche più recenti, fino agli anni ‘90.
Solo a partire dagli anni 2000, invece, l’aggiornamento della normativa e la crescente attenzione posta durante l’intero processo progettuale e costruttivo ha portato alla costruzione di scuole sempre più solide e funzionali, con una nuova ottica di ricerca della salubrità dei materiali e di una maggiore efficienza energetica. La ricerca frutto del dottorato si è poi concentrata sul caso studio internazionale delle scuole giapponesi, con un approfondimento sulle strutture situate nella provincia del Tohoku, pesantemente colpita dal grande terremoto del Giappone orientale del 2011: nonostante l’enorme magnitudo del sisma, i danni sono stati causati non tanto dal terremoto in sé, quanto dallo tsunami.
Questo tragico evento ha consolidato la consapevolezza della necessità - anche in Italia – di proteggere le scuole da ogni possibile rischio: non soltanto sismico, ma ad esempio anche idrogeologico e di incendi. L’esperienza Giapponese ha dato l’opportunità di testare l’applicazione di materiali innovativi per il consolidamento delle scuole esistenti, per evitare che in futuro si ripetano tragedie come quella del liceo Darwin.