Buon risultato per il Politecnico di Torino nella nuova classifica internazionale delle università QS World University Rankings, pubblicata oggi a Londra da Quacquarelli Symonds (QS): rimane sostanzialmente stabile la posizione nella classifica a livello mondiale, dove l’Ateneo si posiziona alla 307a posizione, mentre il Italia si attesta al 7° posto. Dal 2012 a oggi l’Ateneo ha guadagnato quasi 100 posizioni e si colloca nella cerchia ristretta (circa l’1% del totale) di università al mondo posizionate al top della classifica, che analizza oltre 26.000 università a livello mondiale.
Un altro risultato di grande importanza, quindi, dopo le ottime prestazioni del ranking per discipline per aree pubblicato a marzo scorso sempre da QS, nel quale il Politecnico si colloca al 52° posto al mondo per la macro area dell’Ingegneria e fra le 50 migliori università al mondo in Architettura e Ingegneria Civile e Strutturale.
Gli ambiti nei quali l’Ateneo ha migliorato le sue performance in questo nuovo ranking complessivo sono la reputazione complessiva in ambito accademico e presso i datori di lavoro, due parametri della valutazione nei quali il Politecnico raggiunge valutazioni che vanno ben oltre la media, così come nell’impatto della ricerca nella comunità scientifica, di cui la ricerca tiene conto calcolando il rapporto tra numero di citazioni e numero dei docenti.
In Italia, il Politecnico colleziona tre terze posizioni: le già citate reputazione presso i datori di lavoro e il rapporto tra numero di citazioni e numero dei docenti, a cui si aggiunge il numero di studenti stranieri.
Restano invece fattori critici, che hanno penalizzato il Politecnico nella classifica generale, l’elevato numero di studenti per docente e la scarsa presenza di docenti stranieri: su entrambi i fronti, l’Ateneo sta cercando di migliorare le proprie prestazioni con un ingente investimento in risorse umane per garantire una qualità ancora più elevata della propria offerta formativa.
“Siamo soddisfatti di questi risultati, che dimostrano come stia ulteriormente crescendo la reputazione del nostro Ateneo sia in ambito accademico sia presso la rete internazionale delle imprese e delle aziende, con indiscutibili benefici per l’accesso al mondo del lavoro dei nostri laureati”, sottolinea il Rettore, Marco Gilli, che continua: “Le coraggiose policy che abbiamo attuato in termini di risorse umane ci consentiranno di incrementare sensibilmente il numero dei docenti, che con i ricercatori a tempo determinato raggiungeranno quota 1000 entro il 2018, e la call per professori esterni, che si è appena conclusa, ci consentirà di reclutare un numero significativo di professori provenienti da istituzioni estere, migliorando così anche negli ambiti in cui siamo strutturalmente più deboli. In un contesto sempre più competitivo un miglioramento nelle posizioni è un buon segnale, ma siamo consapevoli che alcune criticità strutturali del sistema universitario italiano, come l’alto numero di studenti per docente e il basso numero di laureati non potranno essere superate senza un incremento significativo degli investimenti in ricerca e in alta formazione”