Social Innovation Monitor (SIM), team di ricerca con base operativa al Politecnico di Torino, il 17 febbraio ha presentato i risultati della ricerca sull’impatto dei Business Angel italiani 2020. La ricerca è stata svolta con la collaborazione di Angels4Impact, Angels for Women, Club degli Investitori, Doorway, Italian Angels for Growth (IAG) e Social Innovation Teams (SIT).
Dal Report emerge che sono 1014 i Business Angel (BA) nel nostro Paese, di cui il 53% appartiene a un Business Angel Group. Della totalità dei BA identificati, il 70% di essi è in Italia Settentrionale (la maggior parte in Lombardia). L’area meridionale e quella insulare rappresentano, invece, le zone in cui vi è il minor numero di Business Angel. Sulla base del campione analizzato, la maggior parte dei Business Angel (il 60%) investe prevalentemente in Italia e, nel solo 2019, ogni Business Angel ha investito, in media, in 2,5 organizzazioni. I Business Angel “focalizzati” in specifici settori o tecnologie investono prevalentemente in “Digital Services & ICT”, seguiti da “Biotech and Healthcare” e “Fintech & Big Data Tech”.
Come sottolineato dalla professoressa Elisa Ughetto, co-direttore scientifico della ricerca e docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico, «crediamo che una ricerca sull’impatto dei Business Angel italiani sia molto importante per il nostro ecosistema. I Business Angel, infatti, rappresentano un sostegno per lo sviluppo dell’innovazione, aiutano attivamente nella gestione delle imprese in cui investono e portano a esse un significativo valore aggiunto».
Dalla ricerca emerge come molti Business Angel italiani investano mossi non solo da ragioni finanziarie, ma anche sociali: più della metà dei Business Angel che hanno risposto alla survey (il 54%) ha dichiarato, infatti, di supportare anche organizzazioni a significativo impatto sociale.
«Gli investimenti legati all’impact investing stanno aumentando in misura significativa e, grazie anche alla ricerca svolta per questo report, ci sono sempre più evidenze del fatto che anche i Business Angel hanno iniziato a supportare organizzazioni a significativo impatto sociale»ha commentato il professor Paolo Landoni, co-direttore scientifico della ricerca.
La ricerca evidenzia che l’82% dei Business Angel che operano nell’ambito dell’impact investing, è un Impact First Angel, avendo dichiarato di investire in settori sottocapitalizzati o di accettare ritorni economici inferiori a quelli di mercato a favore di ritorni maggiori in termini di impatto sociale.
Infine, le analisi condotte hanno evidenziato che la maggior parte dei Business Angel italiani sono classificabili come “Beginner Angel”, vale a dire investitori che hanno investito in al più 10 organizzazioni, mentre il 21% è classificabile come “Experienced Angel”, investitori con oltre 10 organizzazioni nel proprio portafoglio.