Dopo una fase di studio e istruttoria nel 2018, il China Center Polito sta attuando le prime azioni “sul campo” del Progetto Speciale Belt and Road, promosso dall’Ateneo per posizionarsi sulla “Nuova Via della Seta” e coglierne le opportunità. Dopo la missione a Tashkent (Uzbekistan) di inizio maggio, con incontri in ambito Belt and Road a margine del Decennale del Campus della Turin Polytechnic University of Tashkent, tra il 12 e il 15 luglio il China Center è stato coinvolto in due importanti iniziative sulla Belt and Road (BRI).
Il 12 giugno si è tenuto a Shanghai il forum “China and the future of the Global Economy”: terzo di una serie che ha visto eventi a Washington e Rotterdam, è stato organizzato da AIG in collaborazione con Chatham House Londra, Institute of International Economic Law della Georgiatown University di Washinghton, Clingendael Institute di Den Hage e Shanghai Accademy of Social Sciences, dove si è svolto. Ettore Bompard, docente del Politecnico e vice-direttore del China Center, è intervenuto nel panel “How can non-traditional security risks on the BRI be managed more effectively”, relazionando sull’analisi della sicurezza energetica della BRI e presentando la metodologia e gli strumenti che sta sviluppando l’Energy Center del Politecnico.
Il 15 giugno, a Chengdu, il Delegato del Rettore per le Relazioni con la Cina Michele Bonino ha tenuto un keynote speech alla 13° Conferenza della International Association for China Planning dal titolo “The New Silk Road in the Mirror”. Nella discussione è emerso come le città della fascia euroasiatica coinvolta dall’Iniziativa cinese, molte delle quali oggi in secondo piano sulla scena globale pur avendo coperto ruoli cruciali nella loro storia millenaria, potranno tornare strategiche per la loro capacità di mediare gli aspetti infrastrutturali e “fisici” della Belt and Road con quelli culturali e immateriali: la “Via della Seta della conoscenza”, così spesso richiamata per le grandi potenzialità per la ricerca scientifico-tecnologica.