Nel 1908 il Politenico di Torino laureava la prima ingegnera d’Italia, Emma Strada. Oggi, qual è la fotografia dell’Ateneo, dal punto di vista delle pari opportunità, dell’uguaglianza di genere e delle possibilità di studio e carriera per le donne?
Questa mattina, alle 10.00, è stato presentato online il primo Bilancio di Genere del Politecnico di Torino, alla presenza del Rettore e della Direttrice Generale. Un evento simbolico per tutta la comunità politecnica.
Dopo un anno di lavoro articolato e complesso il Bilancio di Genere del Politecnico di Torino è in corso di stampa. Lo studio fotografa la distribuzione di genere delle diverse componenti - studentesche e del personale - all'interno del Politecnico, in relazione al loro ruolo e alle loro attività.
Il quadro che emerge dai dati raccolti ripropone per certi versi caratteristiche note. È presente una marcata segregazione orizzontale, segnalata da un tasso di femminilizzazione (la percentuale di donne sul totale) fortemente dipendete dall’area: fra il personale docente, la percentuale di donne è ancora inferiore al 20% in alcuni settori disciplinari, ad esempio a informatica, mentre supera il 50% ad architettura. Nella popolazione studentesca, le studentesse sono meno del 10% a Ingegneria elettrica, mentre superano il 50% ad architettura, design e anche Ingegneria biomedica. Nel personale tecnico amministrativo e bibliotecario si passa dell’84% di donne fra il personale bibliotecario, al 23% in quello tecnico scientifico e informatico.
Anche la segregazione verticale è molto evidente, con una progressione di carriera più difficile per il genere femminile in tutte le aree: a titolo di esempio, a fronte del 43% di ricercatrici a tempo indeterminato sul totale della popolazione in quel ruolo, abbiamo solo il 17% di professoresse ordinarie sul totale della popolazione che occupa la posizione apicale della carriera universitaria. In più, a 5 anni dalla laurea il salario delle studentesse è inferiore di oltre 300 euro a quello degli studenti, come pure il tasso di occupazione, sebbene sempre elevato. Nella maggioranza dei casi il trend è in progressivo ma lento miglioramento.
I risultati mostrano per altri versi caratteristiche medie di genere più inaspettate, quali la maggiore qualità della produzione scientifica delle docenti e delle ricercatrici rispetto ai loro colleghi uomini, o la migliore performance delle studentesse: entrano con un voto di maturità più alto, la durata del loro percorso di studi è inferiore (5 mesi in meno sulla laurea triennale, 3 mesi in meno per la laurea magistrale), il loro voto di laurea è maggiore.
Il Bilancio di Genere di Ateneo sarà il punto di partenza per le azioni successive e il termine di confronto oggettivo con i Bilanci di Genere che verranno (ogni tre anni), che registreranno i risultati delle azioni messe in atto.
La Vicerettrice per la Qualità il Welfare e le Pari Opportunità Claudia De Giorgi e la Referente del Rettore per la Parità di Genere e la Diversity Arianna Montorsi, che hanno coordinato insieme alla neo Presidente del Comitato Unico di Garanzia Tania Cerquitelli e ad Alessandra Colombelli il gruppo di lavoro che ha redatto il documento commentano: “Il quadro che emerge dai dati raccolti conferma che valorizzare le specificità di genere e le diversità presenti nella comunità del Politecnico è interesse di tutto l’Ateneo: diversità è eccellenza, come recita il titolo di questo primo Bilancio”.
Aggiunge il Rettore, Guido Saracco: “Ai gruppi di lavoro misti e interdisciplinari di personale docente e amministrativo, con ruoli e estrazioni culturali differenti, che hanno lavorato insieme con entusiasmo per mesi al nostro Bilancio di Genere, va il mio più sentito ringraziamento: oggi disponiamo di uno strumento prezioso perché ricco di evidenze precise, che fotografa i punti di forza, ma soprattutto le debolezze, che caratterizzano le tre popolazioni del nostro ateneo (la comunità studentesca, quella di docenti e ricercatori, il personale tecnico-amministrativo e bibliotecario) sul tema della Gender Equality”.
Conclude la Direttrice Generale, Ilaria Adamo: “Il Bilancio costituisce un fondamentale strumento per perseguire l’uguaglianza di genere all’interno della nostra comunità, con l’ambizione che gli effetti positivi dell’impegno per la rimozione degli ostacoli, che ancora non consentono la piena realizzazione della parità di opportunità, si riverberino all’interno dell’Ateneo e che da questo possano irradiarsi nel tessuto sociale del territorio su cui siamo insediati. Queste tematiche, come donna, sono per me particolarmente sentite e, come direttrice, ritengo molto importante l’impegno verso il raggiungimento di condizioni che permettano piene opportunità per tutte e tutti con particolare riferimento alle tematiche di conciliazione vita-lavoro. Nel mio percorso professionale, così ricco di soddisfazioni, ho avuto l’opportunità di incontrare e di lavorare con persone di ampia visione e grande lungimiranza ma sono consapevole, e grata, di essere stata fortunata e di quanto sia necessaria una svolta culturale per consentire che esperienze di questo tipo diventino quanto più diffuse”.