Sono disponibili online gli esiti delle prime ricerche legate al progetto “Dalle carte le vite” della Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo di Torino. L’indagine è stata sviluppata a partire dalla lettura della documentazione del Fondo dell’Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare (Egeli) conservato presso l’Archivio Storico della Compagnia di San Paolo e, avviata come iniziativa di Ateneo nel gennaio 2020, è stata svolta da Cinzia Gavello, architetto, assegnista di ricerca in storia dell’architettura presso il Dipartimento di Architettura e Design (DAD) del Politecnico e responsabile del progetto di ricerca “Il Politecnico di Torino e le leggi razziali in Italia (1938-1944)”.
A partire dal 14 dicembre 1938, oltre al fisico Gino Sacerdote, all’ingegnere civile Franco Levi e all’ingegnere elettronico Paolo Pontecorvo, sono ufficialmente esonerati dall’insegnamento il matematico di fama internazionale Guido Fubini-Ghiron, insieme ai suoi due figli, il fisico Eugenio e l’ingegnere civile Gino, e gli ingegneri industriali Scipione Treves e Guglielmo Piperno, tutti in servizio presso il Politecnico. In particolare, questi ultimi quattro docenti al momento dell’emanazione delle leggi razziali risultano proprietari a vario titolo di beni mobili e immobili nel cuore della città di Torino.
I documenti pubblicati sulla pagina Facebook della Fondazione 1563
L’analisi delle carte dell’istituto di credito torinese, messa in relazione con la documentazione custodita presso l’Archivio Storico del Politecnico di Torino e di altri enti e istituti di ricerca, consente di esplorare un aspetto specifico relativo agli effetti della persecuzione razziale, avviata già nel settembre del 1938 e poi rinforzata dai provvedimenti emanati nel 1939 e nel 1944, ovvero l’esproprio dei beni ebraici appartenenti ad alcuni dei protagonisti della cultura ingegneristica del Novecento.
L’indagine nasce quindi dalla volontà di sistematizzare parte della documentazione relativa alla carriera accademica e professionale dei docenti ebrei espulsi dal Politecnico, per completare il quadro delle vicende includendo i diversi aspetti relativi all’esproprio dei beni personali che questi possiedono al momento della “svolta razzista” del regime fascista. Analizzando quindi le vicende personali e le carriere accademiche dei docenti, privati prima del loro titolo di insegnamento e poi dei loro possedimenti, è possibile fare luce su quei risvolti umani, non solo istituzionali, legati ad un particolare aspetto dell’applicazione delle leggi antiebraiche, prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, senza trascurare il macchinoso processo di restituzione delle proprietà sequestrate.
La ricerca condotta da Cinzia Gavello si è basata sull’analisi di fonti primarie custodite, oltre che dalla Compagnia di San Paolo e dal Politecnico di Torino, anche dall’Archivio di Stato di Torino, dall’Università di Bologna e dall’Archivio Storico del Quirinale: questi fondi archivistici costituiscono non solo un bacino di dati di estremo interesse, che mette in luce l’intreccio delle complesse vicende legate alla memoria storica del Politecnico, ma anche un bene culturale da valorizzare, in grado di innescare future ricerche di primaria importanza. Grazie a questa ricerca è infatti possibile evidenziare inedite chiavi di lettura che emergono proprio indagando le vicende personali e professionali dei protagonisti, e delle vittime, della persecuzione razziale. L’ambizione è quella di aprire ulteriori e nuovi “scenari politecnici”, attraverso il coinvolgimento ampio ed eterogeneo di diversi soggetti, enti e istituzioni, con un approccio integrato e mirato alla nascita e alla condivisione di più reti di conoscenza e documentazione.