Il Politecnico si è dotato del suo primo diaframma energetico: è stato posato nel cantiere del nuovo parcheggio interrato pluripiano presso la Cittadella politecnica e si presenta come la prima applicazione in Italia per dimensioni – tra le più rilevanti in Europa - della tecnologia per l’attivazione termica delle opere geotecniche. Il responsabile del progetto è l’architetto Gianpiero Biscant, dirigente dell’Area Edilizia e Logistica di Ateneo, mentre la ditta che si occupa di coordinare i lavori è la Mattioda S.p.a.. Lo sviluppo per l’applicazione delle geostrutture energetiche vede la collaborazione del professor Marco Barla e dell’ingegnere Alessandra Insana del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica-DISEG del Politecnico.
Grazie a un sistema di tubi scambiatori, collegati alle strutture di armatura e poi annegati nel calcestruzzo, sarà possibile uno scambio di calore tra la struttura e il terreno, attraverso il liquido termovettore che scorre nei tubi stessi. Si realizza così un impianto di geotermia a bassa entalpia capace, stando alle condizioni climatiche e idrogeologiche del sito, di scambiare fino a 20 W/m2 per il funzionamento estivo e 15 W/m2 per il funzionamento invernale. Grazie a questa installazione sarà possibile sperimentare un recupero di calore potenzialmente utilizzabile per i fabbisogni energetici del Politecnico.
Il diaframma è il primo della serie di 172 paratie che consentiranno di realizzare il muro di sostegno agli scavi del parcheggio, un’area di oltre 170 metri per 30, che sarà scavato fino alla profondità di circa 14 metri, dietro la protezione delle paratie che raggiungono invece la profondità di 19 metri.
L’attivazione termica delle opere geotecniche è un affascinante tema di ricerca in cui sono impegnati ricercatori del DISEG, che ha portato anche a sviluppare brevetti innovativi. La tecnologia usata riprende proprio i principi di ENERTUN, un brevetto del Politecnico che si configura come un elemento strutturale prefabbricato di rivestimento delle gallerie, che consente di scambiare calore con il terreno adiacente in modo da produrre energia termica. Grazie a questo brevetto è possibile utilizzare la costruzione di un’infrastruttura per ottenere calorein inverno e raffrescare gli ambienti in estate. Il tutto utilizzando un elemento strutturalmente presente nelle gallerie, cioè il “concio”, la struttura di calcestruzzo armato che riveste i tunnel e che, nel progetto del Politecnico, diventa “energetico”, cioè viene integrato con i tubi contenenti il fluido che scambia calore con il terreno circostante e lo può trasportare in superficie.
“La realizzazione del parcheggio interrato del Politecnico offre una straordinaria opportunità per testare a una scala rilevante una tecnologia innovativa per il mondo delle costruzioni e in linea con le azioni di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico – sottolinea il professor Marco Barla - Si tratta poi di una ‘palestra' a portata di mano per gli studenti e i laureandi dei corsi di laurea in ingegneria Civile, Edile e Ambientale”.
“L’economia europea si è data un traguardo: azzerare il suo impatto sul clima entro il 2050 – spiega Alberto Poggio, Energy Manager di Ateneo - La transizione energetica è il fulcro di questo cambiamento epocale. Il primo passo è la riduzione dei consumi. Al Politecnico siamo partiti già 10 anni fa. Grazie agli interventi realizzati la Sede Centrale ha conseguito una riduzione di oltre il 25% dei suoi fabbisogni per riscaldamento e un 1 GWh di autoproduzione elettrica da fotovoltaico. Il progetto dei diaframmi energetici offre ora un’importante opportunità per sperimentare l’uso di energia geotermica. La strada verso la decarbonizzazione è ancora lunga ma la direzione è ormai imboccata. Un impegno che il Politecnico condivide con la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), coordinata dal nostro ateneo.”