Come ogni anno, la Conferenza delle Parti (COP) - ovvero dei rappresentanti degli stati membri della Convenzione Quadro per i Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite – ha radunato insieme più di 30 mila persone - secondo fonti ufficiali hanno partecipato 33.449 persone, tra cui 16.118 delegati dei partiti, 13.981 osservatori e 3.350 membri dei media - unite dall’invito “Together for implementation” lanciato dal Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, al fine di soddisfare gli accordi di Parigi presi alla COP21 per mantenere la temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C e possibilmente entro l’1.5°C rispetto alla media preindustriale.
Secondo le stime della IPCC, al 2022 l'aumento della temperatura media globale già si attesta tra gli 1,1°C e 1,3°C circa rispetto al periodo di riferimento. A subire le maggiori conseguenze di tale aumento, sono soprattutto i Paesi in via di sviluppo e le isole, che hanno richiesto alle Nazioni già sviluppate di tenere fede alle promesse di stanziare finanziamenti a loro favore per fare fronte agli impatti del cambiamento del clima.
Alla COP27 è stato finalmente istituito il fondo “Loss and Damage” per compensare le perdite economiche a cui questi Paesi, i più economicamente svantaggiati e climaticamente vulnerabili, potranno accedere per rispondere alle perdite e ai danni associati agli effetti negativi del cambiamento climatico. Per quanto riguarda la mitigazione, e quindi la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, è stato richiesto di rivedere i loro obiettivi di riduzione entro la fine del 2023, dato che, sulla base dei Nationally Determined Contribution (NDC) ad oggi presentati, l’ambizione di non superare l’incremento di 1.5°C entro il 2100 risulta essere quasi utopistica se non si dimezzano entro il 2030 – il decennio critico – le emissioni di gas a effetto serra. Ad accompagnare il tema della conferenza, dedicata all’implementazione degli accordi di Parigi, temi come energia e tensioni geopolitiche, finanza e inclusività di genere, perdita ed impatti, adattamento e resilienza, transizione giusta e perdita della biodiversità sono stati cruciali ai tavoli di negoziazione tra gli Stati.
In questo contesto la voce delle università di fronte alla crisi climatica è stata forte e chiara. Insieme ad altre università italiane e straniere, il Politecnico è stato protagonista di due incontri.
Un primo evento, dal titolo “Universities as Key Solutions Providers: Leveraging our Local and Global Networks for Innovation”, inserito nel programma dei side-event della Blue zone di COP27, ha visto la partecipazione della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS), coordinata dal Politecnico dal 2019, e di rappresentanti di varie reti internazionali tra cui la University Climate Change Coalition, la U7+ Alliance e la Worldwide Universities Network. Il confronto tra gli speakers e il pubblico ha offerto numerosi spunti di riflessione su come le università possano svolgere efficacemente il loro ruolo di fornitori di soluzioni per affrontare la crisi climatica, evidenziando l’importanza delle Reti e della collaborazione per affrontare le sfide globali.
Un secondo incontro dal titolo “Il ruolo delle università per supportare le istituzioni nel raggiungimento delle emissioni nette zero” è stato ospitato presso il padiglione dell’Italia e ha promosso il dialogo tra la RUS e la UK Universities Climate Network (UUCN). Partendo da una riflessione su ricerca, didattica e terza missione, i rappresentanti delle due Reti universitarie hanno condiviso casi studio, tra cui anche l’esperienza delle Challenge e il Percorso Grandi Sfide avviati al Politecnico di Torino, allo scopo di fornire soluzioni metodologiche e formative a supporto delle istituzioni nel percorso verso il raggiungimento delle emissioni nette zero.
“Obiettivo della nostra partecipazione è stato quello di far sentire la voce delle università quali agenti fondamentali di cambiamento e dimostrare come l’accademia, operando in rete e in collaborazione con governi locali e nazionali, sia una realtà insostituibile ed unica, in grado di dar vita a soluzioni innovative di co-creazione capaci di rispondere alla crisi climatica”, afferma la Vice Rettrice a campus e comunità sostenibili, professoressa Patrizia Lombardi, Presidente della RUS.