“I dolori di un giovane ingegnere” è il titolo del saggio che, rifacendosi ironicamente al titolo del classico della letteratura tedesca, racconta la ricerca di Daniele Massella, dottorando del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino che gli è valsa il secondo posto del Reaxys SCI Early Career Researcher Award, svoltosi in occasione del XXII International Conference on Organic Synthesis a Firenze. “La mia idea è di sviluppare una “maglietta della salute" con effetti terapeutici sulle malattie della pelle, utilizzando in maniera innovativa i tessuti, le cui potenzialità vengono troppo spesso sottovalutate” – afferma lo studioso che è stato premiato dalla Società Chimica Italiana e Elsevier, dopo il giudizio basato su criteri di pertinenza, originalità e innovatività, di una giuria composta da sei esperti di chimica.
La ricerca infatti si basa sulla reinvenzione della “maglietta della salute”: studiando lo sviluppo di tessuti bio-funzionali in grado di “imprigionare” e rilasciare i farmaci ad azione sia topica che transdermica, si possono creare prototipi da utilizzare come scudo contro le malattie della pelle. “Con questa maglia le persone affette da malattie cutanee potranno beneficiare di uno specifico trattamento semplicemente indossando il giusto indumento - specifica Massella - Se l’idea può sembrare semplice però non si può dire altrettanto della sua realizzazione che richiede di tenere in conto contemporaneamente svariati aspetti di diverse discipline, dalla chimica alla farmacologia, dalla biologia alle scienze dei materiali. Per questo nella mia ricerca ho la necessità e la fortuna di collaborare con scienziati di diversi background al fine di poter affrontare il problema al meglio e nelle sue numerose aspettative”.
Un tipo di tessuto altamente innovativo che potrebbe aiutare e facilitare anche la diagnosi di malattie della cute ed arrivare a monitorare l’evolversi delle infezioni cutanee. Il campo di applicazione della ricerca potrebbe fornire oltretutto nuove soluzioni sanitarie in tutto il mondo per trattare problemi della pelle e infezioni, quali le ulcere cutanee, e potrebbe permettere al Sistema Sanitario Nazionale di ridurre i propri costi poiché l’applicazione di questa tecnologia eviterebbe lunghi periodi di ospedalizzazione.