La Commissione Europea ha reso nota la lista delle 50 migliori startup innovative guidate da donne in Europa inserite nel programma “Women TechEU”, in cui il Politecnico è rappresentato dall’ingegnera Shalini Kurapati, fondatrice della startup di Intelligenza Artificiale Clearbox AI, nata all’interno di I3P, l’Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico.
Kurapati, cosa rappresenta questo risultato per lei?
È un'enorme pacca sulla spalla, un graditissimo riconoscimento per gli sforzi che hanno portato alla tecnologia che offriamo oggi. Siamo davvero orgogliosi di esserci distinti tra le migliori startup in Europa! Il processo di selezione è stato molto competitivo e approfondito e siamo contenti che la Commissione Europea abbia apprezzato il nostro prodotto, focalizzato sulla generazione di dati sintetici, e il nostro potenziale di successo. Anche se sono stata il punto di partenza per ottenere questa gratificazione, devo dire che è uno sforzo congiunto e tutta la squadra di Clearbox AI ha lavorato duramente per arrivare fino a qui.
La selezione per Women TechEU è stata dura e la commissione ha vagliato con severità la qualità delle aziende coinvolte. Shalini Kurapati e Clearbox AI l’hanno superata a pieni voti, grazie all’importante curriculum della giovane azienda. Clearbox AI infatti ha vinto il prestigioso Premio Nazionale dell’Innovazione nell’area ICT e ora, con l’ingresso nel programma europeo potrà ulteriormente svilupparsi grazie a un finanziamento fino a 75 mila euro e a un aiuto in termini di coaching e tutoraggio d’impresa.
Come è nata Clearbox AI?
Clearbox AI è un’azienda relativamente giovane, ma il nostro team fondatore ha più di un decennio di esperienza nella ricerca e sviluppo che ha contribuito ad alimentare la nostra tecnologia. Il progetto nasce nel 2019 col supporto di I3P, Incubatore Imprese Innovative del Politecnico di Torino, che ha dato voce alla nostra missione: comprendere gli ostacoli che le aziende incontrano nella sperimentazione e nella messa in produzione di progetti di Intelligenza Artificiale.Abbiamo scoperto che molto spesso queste sfide sono legate ai dati, quando questi sono sensibili e difficili da gestire a livello di privacy o la loro qualità non è sufficiente per garantire risultati di successo. Così nasce la nostra soluzione, che risolve questi problemi attraverso la generazione automatica di dati sintetici e report sulla qualità dei dati e sul loro profilo di privacy per operare in conformità ai regolamenti che la tutelano, come il GDPR. I dati sintetici sono dati fittizi che mantengono le proprietà statistiche e le distribuzioni dei dati originali. In questo modo possono essere usati al posto o in aggiunta dei dati originali, risultando ugualmente realistici. La nostra tecnologia proprietaria basata su modelli generativi è agnostica e può quindi essere applicata a qualunque settore. Abbiamo avuto modo di utilizzarla in diverse collaborazioni in ambito finanziario, sanitario, retail, energetico e della mobilità. Il nostro obiettivo è quello di rafforzare le nostre attività commerciali ed espandere il nostro mercato in Italia, in Europa e all'estero.
Che impatto avrà l’inserimento nel programma europeo sulla startup?
Women TechEU è una iniziativa della Commissione Europea a sostegno delle startup altamente tecnologiche guidate da donne. La call è finanziata nell'ambito del programma di lavoro sugli ecosistemi europei dell'innovazione. L'obiettivo del progetto è di sostenere le fasi iniziali del processo di innovazione e la crescita dell'impresa. Offre inoltre tutoraggio e coaching nell'ambito del programma "Women Leadership" del Consiglio europeo per l'innovazione (CEI) e opportunità per la creazione di reti a livello dell'UE.
Il team internazionale di Clearbox AI comprende ricercatori italiani che hanno scelto di rientrare a Torino dopo lunghe esperienze all’estero, per lanciare una nuova avventura imprenditoriale. Qual è stato il ruolo del Politecnico e di I3P nel suo percorso di ricerca e nello sviluppo della startup?
Il team di Clearbox AI ha un legame particolare con il Politecnico. In primis, tre dei quattro componenti del nostro team fondatore - Luca Gilli, Matteo Giovannetti e Federico Tomassetti - hanno conseguito la laurea proprio qui. Il mio percorso universitario ha visto un master e un dottorato presso l’Università TU Delft, in Olanda, dove ho conosciuto Luca. Ad oggi io stessa collaboro spesso con il Politecnico come “research fellow” aggiunta sui temi della gestione dei dati di ricerca, FAIR data e open science. Abbiamo fatto ulteriori ricerche ed esperienze professionali in diverse parti d'Europa e siamo tornati a Torino per iniziare qui il percorso imprenditoriale per fondare la nostra startup. Nella realizzazione di questo progetto, I3P naturalmente è stato uno dei fattori di supporto principali. Nel momento in cui abbiamo pensato di trasferirci a Torino, abbiamo sottoposto la nostra idea di startup a I3P e il feedback che abbiamo ricevuto è stato molto positivo e rapido, cosa che ha reso la nostra decisione di trasferirci molto più facile. Apprezziamo molto le possibilità di networking che la rete di I3P ci offre, non per ultima la posizione all’interno del Politecnico che ci dà l’opportunità di collaborare anche con i tesisti che vogliono cimentarsi in un’esperienza sul campo.
Lei è appunto Open Science and Research Data management fellow presso il Politecnico: qual è la relazione tra il suo ruolo e il risultato ottenuto? Quali prospettive?
Penso che i concetti di condivisione responsabile dei dati e di riproducibilità dei risultati siano centrali per il mio lavoro. Entrambe le cose sono incentrate sulla corretta gestione e condivisione dei dati, capisaldi della mia attività. In PoliTo supporto i ricercatori e tengo corsi su come rendere i loro dati FAIR (Findable, Accessible Interoperable, Reusable) e sulle modalità di condivisione dei dati rispettando la privacy e le norme sulla proprietà intellettuale. Questa metodologia aiuta i ricercatori a rendere i risultati scientifici riproducibili e quindi ad aumentare l'impatto dei loro risultati di ricerca, oltre le pubblicazioni. Le fondamenta di Clearbox AI sono costruite su principi affini che portiamo nella nostra proposta commerciale, che vuole mitigare i problemi derivanti dalla condivisione dei dati all’interno e all’esterno delle organizzazioni grazie alla nostra generazione di dati sintetici di alta qualità.
L’Italia forse non valorizza tanto le donne imprenditrici e la ricerca al femminile nel campo ITC: come si può migliorare la situazione?
Non credo che sia un problema solo italiano. Penso che dovremmo andare oltre la categorizzazione del maschile o del femminile e piuttosto lavorare su come creare inclusione e diversità in questo ambito e lasciarle prosperare. La cosa più importante è notare che sia l'imprenditoria che la ricerca sono campi altamente competitivi e la pressione è altissima. Specialmente nell'imprenditoria, le persone entrano in questo campo con un forte senso di motivazione, sia essa monetaria o un impulso a cambiare il mondo per fare del bene. Che tu sia un uomo o una donna o un individuo non-binario o gender fluid, il rischio di fallimento di progetti o proposte o esperimenti è abbastanza alto. Abbiamo bisogno di un sistema di supporto e soprattutto di un ecosistema che non solo accetti i fallimenti come curve di apprendimento, ma che si adatti alle sensibilità e alle differenze dei vari individui e dei loro background.