Il video dedicato alle attività del PaleoLab del DIATI - Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture, operante all’interno delle Grotte di Bossea e di alcuni ghiacciai ipogei localizzati principalmente nel basso Piemonte, si è aggiudicato il premio “Future Earth” dell’Earth Futures Festival, iniziativa promossa da UNESCO - International Geoscience Programme (IGCP) Project 685: Geology for Sustainable Development e International Union of Geological Sciences (IUGS).
La notizia è stata annunciata sabato 15 ottobre a Sydney, dove si è svolta la cerimonia di premiazione. Al concorso hanno partecipato quasi un migliaio di video provenienti da più di 90 Paesi. Tra i temi in concorso, “Future Earth” si rivolgeva a lavori che esplorassero e mostrassero come le geoscienze e la conoscenza della Terra stanno affrontando le attuali sfide globali, come il cambiamento climatico, la gestione delle risorse naturali, la transizione verso soluzioni energetiche più pulite, la rimozione della CO2 e la costruzione di città sostenibili.
Scopo del Festival, alla sua prima edizione, è quello di connettere le scienze della Terra con l’arte, per contribuire ad aumentare la consapevolezza a livello internazionale sul ruolo che le geoscienze giocano nel costruire un futuro più sostenibile.
E proprio dall’incontro tra arte e scienze nasce il video “PaleoLab - Bossea Cave as a lab to study the paleoclimate in the Alpine region”, che infatti è estratto dallo spettacolo teatrale Cambiare il clima, realizzato da Faber Teater in collaborazione con il DIATI, che è andato in scena per la prima volta a Biennale Tecnologia. Il video in particolare è dedicato al ruolo delle grotte nel monitoraggio del cambiamento climatico, grazie all’attività permanente di misure e raccolta dati finalizzata alla ricostruzione del paleoclima nella regione alpina, svolta nell’ambito del progetto cambiamenti_climatici@polito – Dipartimento di Eccellenza.
In scena il professor Bartolomeo Vigna in dialogo con gli attori del Faber Teater Marco Andorno e Sebastiano Amadio, con la regia di Diego Díaz Morales.
Il video è visibile sul sito del Festival